Prodotti al CBD di Nordic Oil

CBD in gravidanza: tutto quello che devi sapere

Il CBD in gravidanza si può assumere? Quali sono i suoi effetti? Vediamo nel dettaglio se e come è possibile assumere il CBD in gravidanza.

La pianta cannabis sativa da cui si estrae il CBD (cannabidiolo) è una risorsa importante per il nostro Paese e non solo, soprattutto in campo medico. Infatti sono tanti i medici che somministrano il CBD ai loro pazienti per curare diverse patologie. Ricordiamo che il CBD non è una sostanza stupefacente contrariamente al THC che invece lo è.

I primi ritrovamenti che testimoniano l’utilizzo cannabis o canapa risalgono al 2300 a.C circa. Da allora con il passare dei  secoli la pianta è stata coltivata in giro per il mondo, soprattutto per usi industriali e medicinali. (Qui tutto quello che devi sapere sul CBD). Come abbiamo visto l’uso medicinale di questa pianta è sotto i riflettori e molte sono le ricerche in atto per scoprire il suo potenziale. 

Come utilizzare l’olio al CBD in gravidanza

Molto utilizzato è l’olio al CBD. Questo è un prodotto naturale ricavato dalla canapa, ma non viene ricavato dai semi, come l’olio di canapa,  bensì dai tricomi ghiandolari delle foglie e dei fiori femminili della pianta. Molte sono le donne che decidono di assumere l’olio al CBD in gravidanza. Ma quali sono i suoi effetti? La nausea è uno dei fastidi che si manifestano spesso durante lo stato interessante e per alleviarla è sufficiente assumere l’olio al CBD che grazie ai suoi principi attivi attenua il fastidio. 

Secondo uno studio riportato da Vogue il 3% delle donne incinte soffre di nausea e dolori muscolari. Nel 2010 i ricercatori hanno dimostrato che il CBD in gravidanza può essere un ottimo alleato per alleviare le contrazioni muscolari e placare il senso di nausea. Il sito statunitense CannaMommy è sempre molto aggiornato sulle ultime ricerche in questo campo ed è un portale che offre moltissimo aiuto alle neomamme. Inoltre ricordiamo che il CBD può migliorare il sonno, alleviare l’ansia, la depressione; disturbi che in gravidanza possono manifestarsi. Uno studio dimostra che il cannabidiolo allevia il dolore delle contrazioni durante il parto e facilita la nascita del bambino attraverso il rilassamento muscolare. 

Come assumere il CBD in gravidanza

Come sottolineato in precedenza, essendo una sostanza naturale non psicotropa, il CBD può essere assunto in gravidanza senza avere effetti collaterali per noi o per il feto. Il nostro organismo avendo un sistema endocannabinoide costituito da specifici recettori contenuti nelle cellule, si lega perfettamente al CBD.

Infatti le cellule interagiscono con le sostanze endocannabinoidi prodotte dal nostro organismo che sono simili ai cannabinoidi presenti nella Cannabis. È consigliato l’uso dell’olio al CBD in gravidanza con un dosaggio minimo (2-3 gocce al giorno), è importante non fumare mai. Il modo più comune di assumere l’olio di CBD è quello di rilasciare alcune gocce sotto la lingua e trattenerle per due minuti prima di ingoiare. L’olio di CBD passa dallo stomaco senza essere intaccato dagli acidi e diventa in poco tempo assimilabile in modo efficace.

Il consiglio del medico

Come spiegato dal Dott. Carlo Privitera  nella nostra intervista “il sistema endocannabinoide inizia ad agire quando i nostri genitori ci concepiscono e termina la sua azione dopo che il cuore ha smesso di battere alla fine della nostra vita. Dal punto di vista clinico, fisiopatologico, che è una parola difficile che sta per intendere cosa non funziona, e perché non funzionano le cose quando ci ammaliamo, la cannabis va fondamentalmente a regolare l’azione del sistema nervoso centrale e questo lo vediamo molto bene ad esempio nel trattamento delle patologie neurodegenerative e dei problemi delle malattie del movimento, come la sclerosi multipla. Lo vediamo benissimo nelle epilessie dove riusciamo grazie alla cannabis a controllare i canali ionici, quindi a ridurre l’eccitabilità del tessuto nervoso, con miglioramento del quadro clinico”.

Prima di assumere l’olio si consiglia di consultare il proprio medico curante per un parere sul quantitativo da assumere e sulla modalità. Il consulto del medico è fondamentale soprattutto se ci sono altre patologie in corso. Infatti  se si assumono altri farmaci o integratori bisogna sempre vedere l’interazione fra essi. Dunque il parere del medico è assolutamente consigliato.

Si può assumere il CBD durante l’allattamento?

Per quanto riguarda allattamento post-parto e assunzione CBD gli studi scientifici non sono molto chiari al momento. Infatti non vi è assoluta certezza che assumere il CBD durante l’allattamento faccia bene o faccia male. Secondo uno studio condotto dall’American College of Obstetrician and Gynaecologist, le madri che allattano dovrebbero integrare alla loro dieta 450/500 kcal extra al giorno per aggiungere i nutrienti necessari al bambino. Se ciò non avviene possono manifestarsi alcuni spiacevoli disturbi. Tra tutti ricordiamo senso di stanchezza, ansia, squilibrio del ciclo sonno-veglia. Secondo questa ricerca alcuni ceppi di CBD possono alleviare questi sintomi aumentando anche l’appetito. Inoltre grazie alle sue proprietà rilassanti e benefiche il CBD regola anche il sonno e la veglia donando alle neo mamme la forza giusta anche nei risvegli notturni per allattare e accudire il piccolo.

Come riportato da Cibdol l’American Academy of Pediatrics ha analizzato  54 campioni di latte materno da 50 donne in allattamento per misurare i livelli di tetraidrocannabinolo e cannabidiolo. Tuttavia però è doveroso precisare che non è tenuta in considerazione la quantità di cannabinoidi assunta dalle donne coinvolte nel test.

CBD e la legge italiana

L’OMS si è dichiarato favorevole all’utilizzo del CBD in campo medico (leggi qui la dichiarazione dell’OMS). Precisiamo che il 19 Novembre del 2020 l’Alta Corte di Giustizia dell’UE ha stabilito che il cannabidiolo non è un farmaco narcotico. Inoltre anche l’ONU ha tolto la cannabis dalla tabella delle sostanze dannose. La Commissione droghe delle Nazioni Unite ha riconosciuto ufficialmente che la pianta ha  proprietà terapeutiche e quindi non può essere inserita tra le sostanze dannose.

Attualmente sono in corso in Italia altre battaglie per legalizzare completamente la cannabis. Ricordiamo però che per uso terapeutico il CBD e la Cannabis in generale sono legati dietro prescrizione medica.