Cannabis light, è boom per il delivery; l’esperienza di JustMary

Intervista a Matteo Moretti, fondatore e CEO dell’azienda italiana JustMary.

Il mercato legato alla Canapa è molto vasto. Di questa pianta si può usare quasi tutto, dalle inflorescenze ai semi passando per le foglie. Infatti ci sono oli, integratori e addirittura farmaci che contengono i principi attivi di questo vegetale. Il CBD, il THC e tutti i derivati della Canapa possono essere un valido alleato per la nostra salute e per quella degli animali. Molte sono anche le aziende che hanno deciso di vendere prodotti a base di canapa. Tanti sono i negozi fisici che abbiamo visto nascere in Italia, ma molte sono state le richieste anche a domicilio.

Il mondo del delivery ha acquisito molta più diffusione durante il lockdown. L’emergenza sanitaria che il nostro Paese sta vivendo a causa del Coronavirus ha spinto molte aziende ad includere tra i loro servizi anche il delivery. Il mondo della canapa e del CBD non è di certo rimasto con le mani in mano. Infatti è nata JustMary azienda di Delivery che consegna prodotti a base di canapa e di CBD in molte zone d’Italia.  L’azienda spedisce con corriere espresso ed è il primo delivery in Italia di Cannabis Light. Abbiamo intervistato Matteo Moretti, fondatore di JustMary.

Matteo partiamo dalle basi, raccontaci la nascita di JustMary. Com’è nata l’idea di dar vita a questo servizio di delivery?

L’idea nasce nel 2018 da me e dal mio socio avvocato Elio. Abbiamo visto il boom di questo tipo di mercato in America e anche in Italia e avevamo già precedenti esperienze in startup di delivery. Quindi abbiamo unito  il business con le precedenti esperienze in delivery ed è nata JustMary.

Come mai avete scelto questo nome per il progetto?

Il nome l’ho scelto io prendendo spunto da Justeat. La gente ha già familiarità con questo nome e quindi abbiamo preso Just per unirlo a Mary e così JustMary.

Come funziona il servizio e in quali zone consegnate?

Il servizio è attivo a Milano, Monza, Torino, Firenze, Roma e Catania. Per quanto riguarda il funzionamento è uguale a tutti i servizi di delivery. Vai sul nostro sito, scegli i prodotti che vuoi acquistare e li metti nel carrello. Nel momento in cui bisogna mettere l’indirizzo di consegna c’è la possibilità di inserire anche la fascia oraria preferita nella quale farsi recapitare la merce. Il pagamento può essere fatto online ma anche al momento della consegna. La consegna è completamente anonima e gratuita.

Chi sono i vostri principali clienti?

Usufruiscono del nostro servizio molte persone, diciamo, chiunque abbia voglia di rilassarsi! Abbiamo una clientela equa tra maschi e femmine (50% e 50%). Hanno anche una buona capacità di spesa perché il prodotto costa. Abbiamo clienti con una fascia d’età ampia che va dai 25 anni  ai 70 anni.

Quali prodotti è possibile acquistare su JustMary?

Abbiamo un’ampia varietà di prodotti. Ad esempio c’è l’olio di CBD, di Canapa. Prodotti per fumatori e inflorescenze.

Quali sono le città dove vendete di più?

Sicuramente Milano e Roma per il maggior numero di abitanti. Più abitanti ci sono e più abbiamo ordini. Però in tutte le città in cui JustMary è presente abbiamo un ottimo bacino di utenze, un ottimo riscontro. Senza contare che si possono acquistare i prodotti anche in una città dove non siamo presenti. In quel caso spediamo la merce con Corriere espresso, di fatto serviamo in tutta Italia e in alcune zone dell’Europa. Ad esempio abbiamo clienti in Portogallo che comprano da noi.

Dal punto di vista legale è stato difficoltoso mettere in piedi questo progetto?

All’inizio è stato difficoltoso capire se eravamo in linea con la legge, bisognava capire cosa vendere e cosa no. In questi anni abbiamo avuto controlli da parte dei NAS e posti di blocco. Ad aprile in pieno lockdown giravamo con le macchine piene di marijuana e vi lascio immaginare cosa è accaduto. Ci tengo a sottolineare che non abbiamo mai avuto un sequestro e non abbiamo mai avuto problemi. Siamo in regola. È giusto fare controlli perché in tanti se ne sono approfittati consegnando di tutto e facendolo passare per cannabis light. Quindi ben vengano i controlli per punire chi non rispetta le regole. Noi fortunatamente seguiamo le regole e lavoriamo seriamente anche perché devo dar conto a circa 300 soci che hanno investito in JustMary e non posso permettermi di fare stupidate.

A livello politico e legale c’è qualcosa che si potrebbe fare in più?

Si può sempre fare di più ma bisogna farlo nella maniera giusta. Se si fa di più con regole dove non riesci a lavorare allora meglio rimanere come si è. Il di più sarebbe ottimale nella piena legalizzazione della marijuana. Io non fumo né canapa né marijuana, uso l’olio perché mi rilassa, ma c’è un mercato sommerso legato alla marijuana che potrebbe dare beneficio a tutto il Paese se diventasse legale. Il mercato illegale legato alla Marijuana è davvero ampio e ci vorrebbe molto poco per legalizzarlo.

Prima hai parlato di lockdown, quali sono stati i numeri economici durante il periodo di chiusura dell’Italia?

Noi abbiamo fatto un 2019 con 200mila euro di fatturato  e un 2020 con quasi 2 milioni. I numeri parlano da sé. Nello specifico gennaio-febbraio 2019 eravamo sui 30/40mila euro al mese. Marzo-Aprile 2020 eravamo sopra il mezzo milione. Siamo passati da 50 ordini a quasi 500 in un mese. Questo sia perché i negozi fisici legali erano chiusi, quindi c’era solo delivery,  sia perché il mercato illegale si è spostato su quello legale quindi abbiamo avuto un grossissimo incremento. Molti clienti sono rimasti anche dopo il lockdown ma chi preferisce l’illegale è tornato all’illegale. Dare una piena liberalizzazione, ripeto, potrebbe dare molto ma molti benefici al nostro Paese ed è un mercato che può superare i 100 milioni l’anno legalmente.

Qual è stato il prodotto più venduto durante il lockdown?

Durante il periodo di chiusura abbiamo venduto di più le inflorescenze, sono quelle che ci hanno ordinato di più. Pensa che durante il lockdown abbiamo anche dovuto chiudere per 3 giorni per fare rifornimento perché non avevamo più niente. Avevamo finito tutti i prodotti.

Dal lockdown ad oggi invece c’è stato un incremento delle vendite o un decremento?

Il picco che abbiamo avuto ad aprile non si è più ripetuto naturalmente, ma abbiamo comunque quasi triplicato le vendite di gennaio-febbraio dove le chiusure e le misure restrittive ancora non c’erano.

Avete in mente di ampliare il servizio?

Sì, vogliamo ampliare sicuramente il servizio. In questo momento stiamo lavorando per diffonderlo anche in altre città. Il nostro occhio guarda anche all’estero in particolare a Paesi come la Francia.